Un robot che previene le cadute

Uno dei maggiori incidenti che affligge la popolazione anziana è sicuramente rappresentato dalle cadute. I traumi che si verificano determinano spesso la compromissione della mobilità in modalità parziale e, nei casi più gravi, anche totale. Ovviamente dietro all’evento si nascondono diverse cause; per la maggiore deficit di natura ortopedica o neurologica che inficiano la normale deambulazione. 

Pensando al famoso slogan “Prevenire è meglio che curare”, la Movendo Technology, start-up nata dalla ricerca dell’IIT di Genova, ha ideato Hunova, robot specializzato nella prevenzione e individuazione di alcune patologie e nella riabilitazione. Il robot, infatti, è il primo al mondo che, tramite il “silver index test” è capace di individuare le cause che potrebbero determinare la caduta dell’individuo e di redigere un piano riabilitativo mirato a ridurre il deficit riscontrato.
Il robot, assolutamente non antropomorfo, è costituito da una piattaforma che prevede una pedana mobile e una sedia con diversi gradi di libertà, il tutto corredato da corrimano e schermo touch. Il movimento e la resistenza della pedana e/o della sedia sono regolabili a seconda dell’area che si vuole valutare; ovviamente le impostazioni verranno sempre gestite dal fisioterapista.

 

cadute

Durante il test, che dura all’incirca 20 minuti, il robot, dotato di AI, riesce ad analizzare 130 parametri biomeccanici e neurologici, acquisendo oltre 19 mila dati, i quali vengono poi analizzati con tecniche di Machine Learning. A conclusione Hunova sarà capace di fornire al paziente un quadro legato al suo stato di salute funzionale, creando un piano terapeutico personalizzato selezionando le attività adatte all’interno di un database costituito da 200 esercizi e 30 protocolli riabilitativi.
In tutte le fasi dell’attività, il personale medico è fondamentale per il controllo del corretto svolgimento e per l’analisi finale dei dati; infatti Hunova non si propone quale sostituto, ma solo come strumento fisioterapico che permette di analizzare i dati in maniera oggettiva e tenerne traccia per verificare in maniera più accurata i miglioramenti dei pazienti e le eventuali criticità non ancora superate.
La costruzione del database e delle procedure di diagnosi hanno richiesto 36 mesi di ricerca presso l’ospedale Galliera di Genova dove è stato possibile analizzare la biomeccanica di 150 pazienti in cura a seguito di una caduta.
Hunova non è solo prevenzione, ma anche riabilitazione per le persone soggette a patologie di carattere neurologico, come ictus, Parkinson, sclerosi multipla, poiché capace di lavorare sui disturbi dell’equilibrio; a problemi di carattere ortopedico, come quelli derivanti a seguito dell’innesto di una protesi; ma anche geriatrico e sportivo.
Considerando il benessere del paziente, e sapendo quanto la motivazione giochi un ruolo essenziale soprattutto in ambito riabilitativo, i progettisti hanno strutturato le attività basandole sul gaming. Divertenti sessioni di gioco che per essere superate richiedono che il “giocatore” si interfacci con la piattaforma muovendo le parti del corpo indicate. Non è la prima volta che, nella fusione tra robotica e riabilitazione, il gaming faccia da collante, a sottolineare l’importanza della componente emotiva nel corretto svolgimento delle attività assegnate.
Hunova è stato realizzato nell’ottica di essere un robot che può “ancora imparare”, e dunque, approfondendo le sue capacità di riconoscimento delle patologie a seguito del test, sarà possibile sfruttare a pieno le sue caratteristiche per la diagnosi precoce di altri gruppi di disfunzioni legate all’equilibrio e al movimento.
La fusione tra robotica e medicina sta generando nuovi strumenti che puntano al miglioramento della qualità della vita del paziente ma richiedono certamente uno sforzo da parte del personale che, nonostante la sempre continua formazione, dovrà essere capace di interfacciarsi con i nuovi dispositivi ma soprattutto valutarli senza pregiudizi ma con l’idea che non siano dei futuri sostituti, bensì dei supporti che permetteranno di raggiungere una sempre maggiore efficienza medica.

 

 

A cura di Ilaria Marrazzo.

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