Energia dalle nanotecnologie

Cellulari, tablet, dispositivi indossabili per il fitness; oggi sono un must. Ognuno oramai in qualche modo si trova addosso o adopera quotidianamente uno di questi strumenti. Ma ognuno di noi prima o poi si trova di fronte alla sgradevole sensazione di una batteria scarica che impedisce di completare il lavoro o di svolgere una delle azioni quotidiane che effettuiamo con i nostri dispositivi. 

Tanti sono gli studi in corso per realizzare la batteria definitiva, quella che dovrebbe risolvere una volta per tutte il problema dell’autonomia dei nostri apparecchi, ma ancora si tratta solo di prototipi o sperimentazioni.
Un nuovo studio, condotto dal ricercatore Yeonwoong ‘Eric’ Jung dell’Università della Florida Centrale basato su un nuovo concetto, apre forse uno spiraglio per una soluzione definitiva.
Si tratta di un sistema che utilizza super condensatori flessibili che rispetto alle normali batterie utilizzate oggi, riescono a mantenere la propria stabilità per almeno 30.000 cicli di ricarica, ossia molto di più delle attuali. La loro struttura, inoltre, consente di immagazzinare l’energia molto più rapidamente di quelle al litio potendo così ridurre drasticamente i tempi di ricarica da qualche ora a pochi secondi.

 

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In pratica, questi condensatori sono composti da milioni di microscopici filamenti rivestiti da materiali bidimensionali capaci di far fluire gli elettroni molto più velocemente così da avere tempi di ricarica inferiori e sono rivestiti da nanomateriali capaci di fornire una superiore densità che consente un maggior accumulo di energia e potenza.
Si tratta è vero di un progetto ancora in fase sperimentale, ma i risultati fin qui ottenuti fanno sperare che si sia finalmente imboccata la giusta strada per realizzare la batteria definitiva, sia per gli indossabili che per le auto elettriche.

 

Immagini da educazionetecnica.dantect.it

 

Terzo anno scolastico

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